domenica 23 marzo 2014

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Suppellettili puramente decorativi e fragili, dispersi su differenti ripiani rigorosamente in vetro. Ciò che apparentemente doveva sembrare morbido, assumeva le sembianze fragorose di ciò che potrebbe rompersi da un momento all'altro, in una silenziosa rassegnazione che fermava le angosce. Coperto di grigio, il muro assorbiva il colore del cielo coperto, un banco ottico affumicato, opaco, discontinuo. Classico il suono che c'è nell'aria la domenica pomeriggio, solo il fruscio dei televisori accessi e gli sghignazzi degli avvinazzati che rimproverano bambini monelli o solamente stanchi.
Descrivere un frammento di spazio piccolo come uno sputo di vita, richiede un tempo d'osservazione che supera il trascorso. Non ė importante raccontare qualcosa che abbia di per se un valore assoluto, basta narrare il più semplice dei gesti, sarà l'intento a smascherare a pochi eletti il significato intrinseco di quelle poche righe. E si ossigena il cervello.