sabato 26 maggio 2012

Lasciami

Lasciami cadere nel vuoto,
non chiedermi a cosa penso
l'artista vittimista piange lacrime di coccodrillo, dice.
Sempre incomprensibile ciò che farfuglia
trasuda tristezza recepita come falsa disperazione.
La gente non mi ascolta, colgono il tuo pensiero per esprimere il loro senza nemmeno ascoltarlo.
Già prima che io finisca, hanno qualcosa da dire di sicuramente più importante, e si allontanano da ciò che volevo esprimere, mi confondono, mi perdo così.
E mi vergogno anche solo di aver intrapreso il discorso...stupida bambina.


mercoledì 23 maggio 2012

Colle San Marco, diario di una residenza.


Il lavoro procede discretamente,  gli abiti non saranno sufficienti ed oggi andremo alla ricerca di nuovi … non so ancora come e dove, ma la cosa certa è che finirò questo lavoro, come ogni lavoro che faccio.                                                                                                               Ogni mattina vedo una coppia di unicorni a cui offro sempre qualcosa di buono, albicocche secche, torsoli di mele … mandorle … quando sono in casa però, non si lasciano avvicinare, ed io non li disturbo, li guardo incantata da lontano, e loro anche mi guardano, e sento di amarli profondamente.                                                                                         E’ un posto mal frequentato quello dove lavoro, si fermano i tossici per farsi, ed oggi, mentre assestavo il terreno col piccone, ho trovato una siringa. Non ne vedevo da quando giocavo alla villa Dante da piccola. Il primo giorno si è fermata una panda bianca, una donna ha fatto la pipì da dietro lo sportello, ed un tipo, credevo stesse preparandosi per avere un rapporto con lei, invece, dopo averli cacciati, ho visto che aveva fatto la cacca la dietro … che puzza cavolo …                                                                                                                                          Ma il lavoro procede, non mi lascio influenzare da queste cose, le osservo con distacco scientifico. Gli altri ragazzi sono uno più bravo dell’ altro, la stessa cosa vale per gli organizzatori, i curatori e chi ci segue in generale. Sto bene insomma, in un bel clima armonioso, e sono totalmente immersa nel mio pensiero artistico, che mi da tanto, e che sto alimentando con questo lavoro che mi mette ancora una volta alla prova e che mi svela ciò che sostengo nelle mie ricerche. Questo mi fa stare bene.                                                                                  Ho preso anche dei regalini per le persone che amo, anche questo mi fa stare bene. Il pensiero che quando torno ho qualcosa per loro, qualcosa che ho preso perché in quel momento stavo pensando di loro ed ho fermato quell’istante con un pensiero, come per dirgli che…a me basta sapere che ci sono, che non mi serve altro.                                                                                                                                                                                                                                                    Lavoro, doccia, pranzo, lavoro, doccia, cena. Letto. Si mangia molto, ci viziano. Ti siedi che hai una gran fame e loro ti hanno preparato sempre tante cose buonissime e poi finisci per mangiare tutto e fare il bis di ogni cosa, di fatti il lavoro migliore lo fai al mattino, prima di pranzo. Dopo il pranzo tutto rallenta.                                                                                     Vorrei che la mia vita trascorresse sempre così, senza pensieri, senza troppa ansia e con il piacere di condividere ciò che ami con persone semplici e d’animo sincero. Intelligenti nello scherzo, che è importante, e simpatici. Si, mi piacerebbe circondarmi sempre di gente  simpatica, anche se magari non ha proprio nulla da ridere perché svolge un lavoro nel sociale e ne vede di tutti i colori, o magari portano dentro una grande sofferenza, ma non dicono nulla … che siano così sopraffini da farne sentire solo l’odore di ciò che sono dentro, ma da trasformare ogni momento possibile in una risata.
Queste sono persone.

mercoledì 16 maggio 2012

Faccio schifo sempre

Io non voglio che nessuno mi faccia sentire speciale, non voglio essere la principessa di nessuno. E' già tanto se riesco a mantenermi in vita. Tutte ste femmine che mi tormentano con i loro pensieri rispetto agli uomini e all'amore, mi nauseano. La fragilina, la rampante, la depressa e la mignotta. Io ascolto per educazione, a volte dico qualcosa...ma mi intristisco sempre.
Io ho il cuore pieno di cose adesso, e lo stomaco pieno di vino, sempre. Mi sento sfruttata a volte da queste persone, che non hanno rispetto per se stesse. Non pensano che il proprio interlocutore le sta ascoltando veramente, e ne rimane colpito da quelle parole. Si percepisce la loro abitudine a non essere ascoltate...ma io purtroppo vi sento...e penso che avreste bisogno di uscire dallo spazio in cui vi siete circuite, di rompere la riga di gesso che vi circonda. E via tutti questi falsi miti in cui l'uomo vi deve fare sentire importanti e speciali...che tristezza.
Io faccio schifo sempre...
Dietro le mie spalle una porta che sbatte continuamente. Lo specchio traballa ogni volta, la tua figura entra ed esce dal riflesso, crepandosi.
Chiudo la finestra, blocco la corrente d'aria...ma sei già svanito nel nulla. Un riflesso vuoto nell'argentatura bombata, anticaglia squallida di una vecchia casa toscana.
Figurati se mi posso mettere a pensare a come dovrebbe farmi sentire un uomo.
Mi basta pensarti un istante e potrei scrivere un libro, si susseguono le immagini a fiumi ed il cuore sembra voler esplodere così come ogni mia singola cellula...ed è solo un fugace pensiero indotto. Ma nulla è stato fatto affinché io mi senta così...nessuna parola dolce o promessa, nessun bacio, nessuna lettera d'amore. E' solo la forza del mio pensiero rivolto a te che mi rende immune al dolore e mi carica di energia pura e incontenibile.
Sciocchine.

domenica 13 maggio 2012

EPITHELIUM - Intervento su Colle S.marco (AP) di Viola Mondello

In occasion of the Festival Appennino, in the area of Colle San Marco, border between Marche and Abruzzo, three students from Siena Art Institute have been selected to accomplish their outdoor interventions: Viola Mondello (Italy), Sarah Castle (USA) and Antonio Janevski (Macedonia). The realization of the works will take place in the period May 19-30, with the inaugural event on May 30.


EPITHELIUM



Un corpo privato di quello strato esterno che gli  permette la difesa dagli agenti atmosferici ha bisogno di protezione.
Nel vedere quest'abitazione scarnificata, ho subito sentito come l'esigenza di prendermene cura. Dare un nuovo significato a  questo spazio  rivestendo le pareti esterne con i miei abiti, nel tentativo di creare una riflessione tra le evidenti connessioni che unisco i concetti                                  abito – abitazioneepitelio.                                                                                                                                                                                                               I luoghi del nostro vissuto, le strutture architettoniche, rappresentano un tramite tra il mondo interno e quello esterno della persona, svolgendo una funzione analoga a quella della pelle del nostro corpo,    che ha la triplice finalità di restituirci un'immagine unitaria di noi stessi, di difenderci dalle intrusioni dell'esterno ma anche di permettere il contatto con gli altri.                                                                                                       Una struttura abbandonata è come un’anima dannata dalla sua stessa fine, dando nuova forma alla materia, tento di restituire dignità ad un corpo nudo e mutilato.      



dalla finestra

Il mio destino è quello di vagare vita?
Le persone sembrano amarmi e odiarmi allo stesso tempo.
Io sto sempre nel mezzo, un soffio di vento e cado. Mi rialzo con vergogna, ma non so come faccio a stare ancora qui in questa insofferenza.
Quell'esaltazione data dall'ebbrezza, mi rende sempre più ridicola, almeno ai miei occhi. Non sono capace nemmeno di comprare un biglietto aereo, non so definire le distanze geografiche, sono ridicola. tutto qui.
Mi sto sul cazzo come tutto il resto del mondo.
Se avessi veramente le palle, mi leverei da questo mondo, almeno la farei finita con tutte queste cazzate che si accatastano in parole sbiadite.

mercoledì 9 maggio 2012

Rif

Cammino da sola perchè sono innamorata di un essere che apparentemente non esiste, non c'è. Ho creato un omino di ferro per sopperire tutte le mie carenze, tutto ciò che non ho, che mi manca.
Ho imparato a decifrare i corpi come grovigli, intrecci mal districati di metafore.
Tutto ciò che desideriamo mostrare ma che non siamo. Così ciò che non è sarebbe, come diceva Alice, e viceversa, diceva.
Cerco di dormire ma senza pretese, ci provo e basta.
Mi sento completamente svuotata.

martedì 8 maggio 2012

Il vino è Viola

Non so perchè il vino rosso sia chiamato così. Non è affatto rosso. E' viola.
Violaceo quantomeno.
E' bello! Si beve in contenitori trasparenti proprio per poterne godere anche nella vista.
Strattonata dalla mia stessa anima, dinnanzi ad un'osteria. Betty boop si intrattiene con la Susy Blue meglio conosciuta come Foxie Lady, troppo belle. In molti se ne sono accorti.
Una macchina taglia per metà uno spazio vuoto, assente prima del suo passaggio. Attraverso silenziosa e  ricevo un bacio fugace, ma la Foxie è già andata via e fuggo.
Cosa mi aspetta oltre? Io ho già trapassato remoti spazi interiori, vaste ed impervie vallate di nulla, e sono qui. Come diavolo ho fatto?
Sono troppo cupi i miei suoni, lo so. E' la mia anima che parla per me, nuda. Quando diventi suono, non ti puoi più nascondere.

domenica 6 maggio 2012

Quando tutto è semplice #2

In tutto questo, mi sono finita la bottiglia di cannonau, direttamente dal letto. Che immagine squallida, penserete. Invece sono così graziosa con la mia magliettina a zebra, le gambe incrociate sotto le coperte e il computer poggiato appena sopra. Il bicchiere di vino è poggiato sul comodino liberty alla mia destra, un cilindretto bianco pende e fuma dalle mie labbra. Mi stiro il collo. Bevo un sorso.
In fondo sono una persona semplice. E' in momenti come questo che penso di non deisderare niente di più di quando già non abbia, se non meno. Mi ci ha fatto riflettere l'altra sera mio fratello, descrivendomi un istante simile questo, spiegando in due parole la sua appagata sensazione di benessere dinnanzi ad un momento di estrema semplicità che lo faceva sentire rasserenato.
Il rumore della pioggia riverso in un bicchiere di rosso. Mi rilasso, mi acquieto.
Forse per poco, così...
mi godo quest'attimo.
Già sfuggito nel nulla.