La panna, le frolle croccanti, i pan di spagna
bagnati e la crema pasticcera profumata di limone e vaniglia. Il cioccolato. Solo
pronunciare questi pochi semplici ingredienti attiva un processo nella memoria
di ognuno in cui ci si immerge in un mondo di piacere, infanzia, casa e
sentimento. Il pasticcere confeziona attimi di piacevolezza in involucri di
pasta sottili, sfogliati, morbidi o friabili, e li farcisce di memoria,
nobiltà, tecnica e grande passione. Ha il potere di rendere speciale un giorno
di festa, e non manca mai nelle celebrazioni importanti che scandiscono la vita
di una persona. Il pasticcere ci da il buongiorno al mattino, anche se non lo
vediamo, e ci coccola quando ci sentiamo tristi. E’ più affidabile di un
fidanzato ed onnipresente, in maniera più tangibile di quanto non lo siano le
divinità religiose. Il pasticcere ha spesso un animo fragile attraverso cui
filtra i mali del mondo trasformandoli in cibo buono. Il pasticcere si muove
con la sensualità di un gatto, ed ha fascino, anche se non è la bellezza il suo
punto forza, ma la insegue perennemente. Il pasticcere dorme poco ma bene,
mangia solo per piacere, ama la pulizia. E’ sveglio quando gli altri dormono e
difficilmente va a ballare sabato sera. Il pasticcere è un potenziale
bestemmiatore che trattiene, a volte con spasmi e fumo dalle orecchie, le
innumerevoli imprecazioni che vorrebbe urlare per liberazione, quando qualcosa
è andato storto. Il pasticcere in fondo è un uomo come tanti, solo che non lo
vedi mai attraverso gli occhi, ma puoi sentirne il profumo, udirne il suono…
assaporane il gusto.
Quand’ero piccola spiavo da una finestrella un
vecchio pasticcere che preparava i suoi dolci ogni giorno. Lavorava da solo ed
emetteva mugolii a sbuffi dalla bocca come a voler emulare un trombone seguendo
una melodia sempre diversa. Aveva dei gran baffoni, certamente poco igienici, e
mi piaceva osservarlo quando faceva le meringhe nonostante non mi piacessero
tanto, da bambina non amavo il dolce. Mentre dressava quella spumosa massa
bianca la mia mente bambina trasformava tutto in un enorme volta celeste carica
di nuvole, in cui nulla poteva essere triste ed i gatti erano di marzapane. Mi
perdevo così tanto che certe volte ridevo con gli occhi assenti e lui mi
sgridava sentendosi preso in giro. Ma non lo stavo prendendo in giro, quel
mondo che sapeva di anice caffè e limone aveva in me effetti psichedelici, e
bastava perdersi nella ripetitività di quei gesti perché entrassi in un trans
fantasmagorico isolata da tutto.
Nei miei sogni un giorno avrò uno sputo di
laboratorio in un buco di nulla, una sala fatta solo ed esclusivamente di
sedute comode ed accoglienti, poltrone, luci soffuse, un pianoforte, il caffè,
piante tropicali e gatti che confezionano marmotte di cioccolata. Ma prima di
tutto questo vorrei diventare brava che per me significa essere in grado di
trasmettere attraverso i sensi tutti ciò che mi passa per la testa, qualunque
cosa.
L’importante per me è far partecipe gli altri del
mio viaggio, accompagnandoli fino all’assaggio.
Avete presente tutta quella sviolinata fatta all'inizio? Beh…dimenticate tutto.
Il pasticcere è un egocentrico represso chiuso
dentro le sue turbe mentali, con manie di ogni genere e insicurezze celate in
un nazismo rigido e fiero. E’ un sadico che ama cogliere in fallo il prossimo.
E’ tremendamente solo. Non ha una vita sentimentale normale. Non ha
un’alimentazione normale. Non ha un sonno normale. Quando non porta la divisa
si veste malissimo. Sposa look al quanto demodè. Ama parlare di calcio ed
organi genitali femminili. E’ profondamente ignorante, quindi se ha successo si
monta la testa e si comporta come se qualsiasi cosa al mondo non gli
interessasse, tanto lui è genio. Se nessuno lo guarda è disordinato. Fuma e
beve e bestemmia. Non è mai veramente soddisfatto di quello che fa anche se non
lo da a vedere. Invidia gli artisti non considerandosi facente parte del mondo
dell’arte. Se qualcuno si propone in maniera gentile pensa che lo vuole
fregare, se è invece greve e maleducato, diventa subito amico suo.
Non ho
ancora capito se effettivamente gli piacciano i dolci.