domenica 18 marzo 2012

Riflessioni antropologiche secondo Viola

Milano, 18 Marzo 2012. Catapultata da una realtà senese ben differente, percorro le umide strade della metropoli per eccellenza.
La casa di Gianluca non l'avevo mai vista, ma è sempre la sua casa. Ha portato con se gli oggetti che lo rappresentano e che lo fanno essere per com'è lui, e, sebbene l'appartamento non sia lo stesso di molti anni fa...a me sembra di essere nel medesimo spazio. Ha saputo mantenere la propria identità che si identifica secondo gli oggetti del suo quotidiano, e mi fa piacere sentirmi a casa sua, come una volta.
Tuttavia essere a Milano mi fa sempre uno strano effetto. Un numero che cammina in un pentagramma, che non emette suono ne rumore, ed in quel vagare diventi invisibile.
Penso che l'identità di un luogo debba prima di tutto essere difesa da chi lo abita, ne è un esempio Siena, un luogo in cui non soltanto l'architettura ha saputo mantenere l'integrità di un tempo perchè crescere ed innovarsi, non significa calpestare ciò che è stato, ma integrare con la ragione le diverse epoche che si susseguono negli anni, attraverso la cura dello spazio e il rispetto della tradizioni, questo è il grande atto di amore che compiono i senesi nella propria città. Un'atteggiamento che arricchisce inconsapevolmente il proprio mondo interiore, e ciò è percepibile nelle persone.
Voglio studiare antropologia culturale. 

sabato 17 marzo 2012

Quando tutto è semplice.

Un trucco da acqua e saponetta camay, con lo sguardo da cavallo ubriaco.

Ti vesti ed esci dai vestiti spesso, quando immagini di essere dentro ad una stanza con qualcuno che ti vuole capire. E' un tentativo il suo, mediocre. Non gli dai peso. Ti senti legger0 legger0, come una farfallina.

Un uomo nella valigia respira a malapena, pensa a come stretto sia tutto lo spazio che abbiamo circuito. Dentro abbiamo tutto lo spazio che vogliamo, forse pensa questo, non lo sento più.

E tu scappi, ma che bello il tuo fuggire.

I tuoi vestiti sono come l'intonaco di una stazione di provincia, attraversati da milioni di immagini, terre di siena ornate dal tono delle tue orbite, registratori di suoni. Ti siedi ed il peso del tuo sapere ridonda nella stanza, ma non dici nulla di interessante. Hai un raffinatissimo intelletto di cui sento solo il profumo, ma mi basta per far germogliare una nuova piantina nel mio stomaco. E' una pianta acquatica color red Krayola.

Guardo la porta alle mie spalle, oltre non vedo nulla.












Siete belli.