domenica 26 ottobre 2014

Ottobre - #Polaroid

Ottobre
Passo le mie giornate a confezionare iniezioni di ira da somministrare al primo che capita. I giorni passano e credo che il mondo sia pieno di persone brutte e cose spiacevoli da gestire, nel  mentre mi raccolgo dentro quello che invece mi fa credere che ce la posso fare. Ottobre di idee e fasi terminali, al termine delle quali avrò nuovi posti da scoprire, futuri prossimi e anteriori da costruire, piante nuove di cui prendermi cura. Ci sono momenti come questo, in cui la vita mi scorre davanti agli occhi come fosse un film schizzato veloce, e non sono più così triste ed era tutta una grande buffonata. Che certe cose vivono con te nonostante tutto e quando ,solo, chiedi aiuto a chi non può sentire, in fondo cerchi soltanto te stesso, momentaneamente assente. Ottobre porta via con se ciò che resta del nuovo e lo rende già vecchio, in un cambio d'ora legale. Ai piedi dell'autunno c'è un albero di foglie che cadono, è lo scorrere del tempo come il cambio di capelli, il mese delle castagne.
Fuorifase la terra si siede e sospira forte, così da smuovere tutto e voltare le cose.
Nel ricordo di quegli occhi profondi non temo più nulla, e mi abbandono alla vita, ad ottobre.
Penso che stiamo tutti un po' male e non siamo disposti ad ascoltare, e penso che l'incomunicabilità cui verte il mondo è solo paura di amare. Ci nutriamo del mito della solitudine e del  "ce la posso fare", dentro un libro di persone sconosciute in cui gettiamo  briciole d'anima in cambio di consigli.
Ottobre che non fa poi così tanto freddo che sembra di morire. I primi due giorni sono tutti nervosi e poi ci si rilassa, abbandonati alle conseguenze delle stagioni. La pioggia violenta e le persone che muoiono di disastri ambientali, ottobre coi suoi cinghiali ammazzati, di funghi e ciclamini.
Il mare ad ottobre è un avanzo di frigo che giace in silenzio ai piedi del mondo.
Sofistica lieve di vetro la sabbia, nasconde le cose mostrate dal vento. Il sole dell'oro si è perso nel tempo, l'argento di luna  ora è lieve, si muove. Mi sembra una faccia di macchie a cartina. Ma quanto sei bella ad ottobre...






A postcard from 1982

La foto di Mia madre in un campo di grano, mentre, incinta di mio fratello, si accingeva a cogliere un mazzo dorato.
Aveva Una tuta si seta a fiori ciclamino dipinti come in acquerello e I capelli lunghi ricci, sciolti, Rosso scuro.
La bocca Felice e Gli occhi tristi come Sempre, come da lei ho ereditato.
Quando sperimentava a fare la pizza io assieme a mio fratello, eravamo felici e ci sembrava buonissima, anche se le prime volte non le riusciva bene. Poi è diventata la cosa Che sapeva fare meglio.
La mamma Sempre triste, Che spostava I mobili tutti I giorni e non apriva Mai le serrande. Ogni sera ci metteva dentro la vasca e ci Tirava fuori solo quando avevamo le mani raggrinzite mentre lei si metteva seduta sul gabinetto a fumare, stanca.
Quando piangeva e le tremava la bocca.
La mamma Sempre sola.
Scusate, ho un nodo in gola.

giovedì 2 ottobre 2014

Archetipi - insonnia

Mezza notte e ventisei, non riesco a dormire, causa una pennica post lavoro di due ore. Ho pulito Casa e fatto il minestrone, lo mangio e vediamo se a pancia piena prendo sonno.
È un momento in cui mi sento distante da tutto.
Da lontano vedo meglio le cose, cosí sfrutto questo momento per analizzare ciò Che mi circonda e mi passa attraverso. A volte la distanza non è determinata da un certo quantitativo di chilometri, ma è come un filo sospeso nel vuoto senza appiglio; determinarne capo e coda è difficile, e lo spazio tra un limite e l'altro rappresenta questa indefinibile distanza.
Anche io sono come questo filo, non so dove ho la testa e I piedi scivolano, ho radici aeree, e quando Qualcosa o qualcuno tenta di bloccarmi, prendo il volo, come adesso, infastidita da talune forme di superiorità palesemente celate da umiltà ridicola. E Allora cito Zolla:

-" Chi avverte estaticamente l’unità di se stesso e dell’essere, considera illusoria la molteplicità degli eventi, perciò, quando si presentano, non fa scattare la diade automatica bene/male, amico/ne-mico. Si lascia attraversare, come un mare, uno specchio.

Buonanotte.