giovedì 23 maggio 2013

Punti di vista sulla contemporaneità da parte di una donna bellissima. #1

Bibù stava seduta nella sala computer, avrebbe dovuto studiare inglese con una piattaforma online, invece, preferiva vedere il cielo dalle sbarre poste fuori dalle grandi finestre sporche di sabbia. Un altro studente al suo fianco recitava parole in lingua, con un pessimo accento; il tempo separato da sbarre e vociare straniero.
La mattina si era svegliata alle sei e trentotto, causa una telefonata partita per caso dal cellulare di suo padre. Questa cosa, nonstante avesse messo una certa agitazione in un primo momento, non aveva avuto grandi ripercussioni nel resto della giornata. Così Bibù camminando per la strada umida di pioggerella un po' finocchia, non si cura di nulla, è inattaccabile.
Fuori dalle sbarre, pezzi di case si accatastano in un quadro che congela Magritte e Picasso insieme. La luce che gonfia le nuvole di bianco è accecante, e piano piano ogni cosa sembra assumere quel colore, non è davvero bianco.
Bibù esce di casa e va al Todis. Compra un pacco di wafer alla vaniglia, ed una bottiglia da mezzo litro di yogurt da bere. Cammina mangia e beve. -"Che buono!" - pensa.
Bibù non sapeva cosa fosse la noia, tuttavia, la scoglionavano pesantemente i sentimentalismi mistificati, lo stereotipo del diritto sugli altri, e le cacche di piccione che colano dagli impianti di aria condizionata. Non solo questo, ovviamente, ma se si guarda dentro al frattale, ci rientra un po' tutto, inteso come ogni cosa. - "Che palle" - pensa solo al pensiero di aver pensato ciò appena scritto. Nella testa un solo nome che si sussegue, tutto il giorno. Sappi che adesso ti penserò per il resto della settimana, o forse del mese, o dell'anno. Ti penserò intensamente, sappilo. Farò di tutto affinchè il mio cervello ricordi e ricostruisca la tua immagine per come io la desidero, e piano piano distruggerà quella che tu mi hai venduto in un mercato dell pulci. Sappi che il mio pensare graverà sul tuo stomaco come una cetriolo intero a fine pasto. E sappi anche che quando avrò sostituito quello che sono con quello che vorrei essere, non esisterà più nulla di importante per me, solo l'aria che respiro.
E sappi che ti ho già dimenticato.
Puff!
Bibù. Scampata per miracolo ad una puntata di Dawson's Creek

Bibù, immezzo a marionette di cartapesta che recitano la parte di se stessi...Bla Bla Bla...quante chiacchiere che fanno.

 

mercoledì 22 maggio 2013

I pettinati del mercoledì mattina.

L'arsura dopo il diluvio, dopo carestia e morte. Sgomitando nell'attesa della tua venuta, al passaggio della pioggia di cavallette.
Dov'è la fonte di latte e miele?
Ogni volta che il prete recita questa parte mi viene un desiderio di assaggiare questa cosa, fresca e dolcissima, nauseabonda, come piace a me. Credo di avere voglia di provare questa sensazione, mentre il prete parla, ed immaginare questa cascata assurda di un biancore spaventoso, al quale mai nessuno vorrebbe accostarsi a bere. E intanto alle mie spalle una bambina urta la mia sedia, indietreggiando per scattare una foto alla sua famiglia tedesca. Il solito caldo, il solito tea, ne vorrei un altro. E tutte queste rose in vendita per strada, pare che siano per Santa Rita, ma lei non si chiama Rita? Mi piacciano i ranuncoli, e la volgarità delle rose nere
.
I pettinati del mercoledì mattina, devono far vetrina seduti al tavolo di un bar, ma t'accorgi da dove vengono non appena tentano di mettere qualcosa in bocca, che sia acqua o pane, quella grazia falsamente architettata, ecco che crolla come una bricola dalla bocca.

giovedì 2 maggio 2013

Sei troppo sensibile, buona, altruista dolce e cretina.

Il rosario le cadde ai pedi di un letto d'ospedale, si chinò per raccoglierlo e lo bacio'  con un gomito poggiato nella mensola della finestra, guardava fuori con aria trasognante.
Tanto caldo e tremolio di alberi al vento. ti sbagli di grosso se credi non sia stata mai egoista,  ma molto presto ne avrai saggio..