lunedì 25 agosto 2014

Venticinque agosto a Vasto

Venticinque agosto a Vasto, la mia vicina di casa credo sia una prostituta e non si è accorta che non ero la stessa ragazza che abitava qui prima, quando gliel'ho fatto notare, mi ha chiesto un termometro. Alle tre del pomeriggio imprecava al telefono fingendo di piangere, avrà sessant'anni coi leggings neri trasparenti e denti pochi.
C'è una zona centrale con mura antiche che sembra una bomboniera, una vista sul golfo e ristoranti per coppiette. Per il resto la città è un agglomerato folle di villette a schiera e palazzi anni settanta, e posti in cui friggono. Io la solita prassi. Pulizie, domani dieta, camminate interminabili e lavatrici a tempesta. Immortalata in polaroid nelle viscere della periferia nord.





giovedì 21 agosto 2014

Impressioni Di Agosto

Chissà cosa ci si aspetta a volte dagli incastri Che si creano tra le persone. Se avesse potuto, sarebbe rimasta per Sempre bambina, cosí come certi suoi atteggiamenti ridicoli servivano quanto meno a tenerla lontana Dalle persone scarse in sensibilità ed a nascondere ll profondo imbarazzo con cui conviveva male, ma dignitosamente. Era Comunque preda Della razza Più vanitosa dell'essere umano, poichè l'ironia e spontaneità di cui si vestiva portava lustro anche all'abito altrui, salvo poi rimanere nuda.
A lungo andare destava paura.
L'unico uomo Che l'avesse Mai Amata, aveva fatto di lei una schiava, al Punto Che non sapeva Più nemmeno cosa significasse desiderare qualcosa, al Punto Che, una Volta riuscita a tirarsi fuori da tale prigionia, non fu Più in grado di capire cosa significasse essere voluti bene, alimentando cosí la sua già cagionevole fragilità.
Viveva con una pistola puntata alla tempia, pronta a sparare solo se necessario.
Se poi fosse dipeso da lei, il mondo le piaceva anche. Pensava Sempre Che se avesse avuto i soldi, avrebbe studiato a vita tutto, tanta era la sua voglia di sapere. Ma poi c'era la gente a rovinare tutto, cercando di capire, o solo semplicemente umiliandola con silenzi gratuiti, Oppure offendendo la sua intelligenza sottile tirando una corda al Punto quasi di romperla, ma Sempre dando a lei il compito di Farlo, tutto in Maniera fittizia. Comunque tutti uguali. "Le persone sono fatte a stampo" - pensava.
Negli anfratti del suo archivio celebrale c'era una lista di nomi Che andata via via modificandosi. Alcuni erano accompagnati da un'immagine e di Tanto in Tanto le apparivano in sogno. Una Volta sognó una processione funebre, ma invece del corpo dentro la CASsa c'era la foto di un uomo, un suo amico. La raccolse, aprí la testa girando una chiave dietro la nuca, e ravanando in uno schedario aprí alla lettera "L" e ripose dentro l'immagine. Quando si svegliò mise subito la Mano dietro la nuca per vedere se sentiva la serratura, ma nulla.

Destinazione vita.