sabato 21 aprile 2012

Pochi attimi di perfezione da congelare, assolutamente.

oK...il mondo è perfetto per me adesso.
Perchè?
Ho un pacchetto intero di sigarette per me, e sto lavorando. Dopo aver consumato un'ottima cena con i miei amici, con del buon vino, io lavoro.
Vi chiederete adesso cosa io faccia.
La mia stanza è piena di cose, di materiale che raccolgo continuamente in ogni dove. Poi suono.
Cosa suono?
Questa è una domanda davvero difficile adesso e, non voglio rinchiuderla in uno strumento che ho, di fatto.
Dovrei spiegarvi il significato della musica, allora vi consiglio di leggerlo questo significato.

Il significato della musica di Marius Schneider
compratelo e leggetelo, ma solo se ne avete un reale interesse.
Comprendendo questo, forse in parte, comprenderete il senso della vostra esistenza...
Ed io lavoro.
Mi concedo questa splendida pausa per fermare ancora una volta i miei pensieri, per congelarli.
Ancora un minuto emi rimetto all'opera.

Ok...il mondo è perfetto per me adesso.

mercoledì 18 aprile 2012

Abiti di corpi.

Abiti
tessiture al di sopra di un corpo.
Corpo
un qualcosa che è definito nello spazio, ma percepibile solamente attraverso i sensi.
Allora gli abiti fungono da scopritori della materia che...di per se...non esiste.
Mi viene in mente la donna invisibile degli invincibili, ha bisogno di togliersi i vestiti perchè diventi davvero non visibile agli occhi degli altri.
Tutto ciò che è nudo è percepibile solo attraverso sensi altri.
Lo spazio nudo non esiste.
Sarebbe bello togliersi i vestiti ed essere invisibili.

lunedì 16 aprile 2012

Gabinetto.

La cosa positiva di un cesso che già puzza di suo
è che quando vai a fare i tuoi bisogni la tua puzza si confonde
non la senti.
Non sai mai se quello prima di te ha defecato, non lo capisci.
In uno spazio chiuso e puzzolente sei libero di esprimerti in maniera invisibile.
Il tuo profumo scompare, la tua puzza anche
scompari pure tu.
Confondersi così nelle debolezze altrui è un gioco
difficile ma liberatorio.
Se ci riesci, seppur per poco, puoi sentirti libero.
Come riuscire a stare in un bagno fetente.
Il tuo odore era diverso quando ti ho incontrato
è cambiato anche solo dopo un giorno
eri già differente.
Con esso eri cambiato anche tu.
Adesso ti ho identificato
preferivo quel miscuglio di cose indecifrabili,
muschio e treno, uno strano odore di fumo, non di sigarette.
E una cascata fresca, sentivo il rumore.
Grasso e feltro.
Alberi secolari e luoghi lontani.
Io non vedo con gli occhi.
Dietro le orbite ho un registratore a nastro
un freezer che congela gli attimi, quando li riconosce.
Anche tu vittima dei tuoi stessi abiti
la casa ti ha riportato ad essere uguale agli altri
placati gli istinti, la ragione ha preso cattedra
adesso.
Sei in trappola,
nessuno ti ha ci ha messo, lo hai deciso tu con le iconografie classiche delle cose.
La libertà la conquisti a casa tua, la tua prima prigione che ti costringe a tornare ad essere come sei sempre stato, come tutti ti conoscono...perdendo il lavoro fatto, la crescita interiore, i tuoi progressi.
Eri uscito dallo spazio e sei rientrato in un lampo.
Paura?

domenica 15 aprile 2012

Convivenze

Voglio smettere di abitarmi
cambiare involucro, non mi è mai piaciuto
altri panni
anonimi.
Sono stanca di vivere
cercare l'esaltazione costante, in tutto
per inghiottire il rospo.
E non trovarla mai se non dentro di me.
Voglio risposte.
Le conosco troppo bene
se solo trovassi un essere consapevole.
Quest'universo è una trappola.
Una cintura che mi stringe la vita e mi chiude lo stomaco
non voglio più ne magiare ne bere.
Il mio cervello intrappolato dentro le mie stesse prigioni.
E la cintura si allarga
voglio mangiare e bere fino a morire.
Il mio cervello impazzito, non capisce più niente.
La quiete.
Mangio se ho fame, bevo se ho sete.
Non mi ricordo neanche di avere un cervello.
Siamo in troppi qua dentro
dobbiamo imparare a convivere serenamente
anche se non andiamo d'accordo
anche se c'è chi non paga l'affitto
chi ruba il formaggio dal frigo
ci sarà del buono in ognuno di loro.
Fuori dalla schiavitù delle ossessioni
Amiamoci.

venerdì 13 aprile 2012

Sublime

Che suono fa una goccia d'acqua che cade dal soffitto?
Stanze vuote senza porte, le mie orecchie risuonano echi distanti
corridoi interminabili si susseguono rapidi
un labirinto di ghiaccio lucido e freddo.
E' tutto molto strano
e scivolo
mentre il ghiaccio si scioglie.

Non ci sono per nessuno

Sono stanca di questa vita, voglio vivere in un eterno stato di ebbrezza
eterno però, senza dormire e svegliarsi sobri dopo. 
C'è una tartaruga sul mio soffitto, mi chiede di te e scompare, apro la finestra e la vedo volare via, ma tu resti qui e mi tormenti.
Io voglio farvi sapere che mi faccio schifo profondamente. Voglio che tutti sappiano che ho un bisogno tale di vomitare schifo che ho paura di devastare qualcuno, quindi, state lontani da me.
Vattene pure tu per favore, lasciami qui con La Monte Young.
Voglio entrare dentro il muro a testate.
Diventare di vetro e rompermi.
Scomparire senza che nessuno soffra
ma questo mi lascia sempre qui
incatenata al letto
con i chiodi nei piedi.
Senza neanche una goccia di sangue
io sono già morta, 
e non ci sono per nessuno.


fredda manipola

Mi svendo al mercatino delle pulci
la mia anima di carta stropicciata Stordita dalle mie trasformazioni
Mi manipoli psicologicamente
così mi svendo in una bancarella
perdendo il rispetto di me
per non darmi peso e valore
non prendermi troppo sul serio
non credere che sono speciale
non fingere di essere diversa.
Fuggo dal mio cervello
per non subire la tua guerra



mercoledì 11 aprile 2012

Polvere

Lo sai che Penso?
Che lo spazio non esiste,
esistono solo margini, confini e qualcosa di polveroso che si disperde nell'aria.
Resto immobile, guardo,
penso,
in un angolo ci sei seduto tu, che mi guardi.
Da lontano mi osservo ma non dici nulla
posso solo sentirti come una forza muta che mi comprime.
Una cosa sottile si è poggiata sulla mia mano
sottile come un velo di tulle
è così pesante che non posso muovermi
un'esile trama mi trattiene con il peso per terra.
E non capisco niente
non sento niente.
E non voglio altro che niente.

venerdì 6 aprile 2012

A Parigi.

E vago nella notte, mentre tutto tace circuito da lunghi mattoni.
Io in tutto questo silenzio ci sguazzo, come fosse sempre stata la mia umile casa.
Poi tu arrivi sempre all'improvviso. Cosa fai? Cha Faccio? Io non lo so.
Trascorrendo.
In fondo non faccio che fumare e fumare e  bere a volte, trascorro così.
A Parigi proprio ieri ci sono stata, di notte.

Non taceva nulla.

Che hai detto?
Un'espressione bislacca mi fa interpretare un'incomprensione tale da astrarre il linguaggio al di la di se.

Adesso muoio.






Passaggi.

Un corpo aggrovigliato giace accanto a me nel letto, riverso su di un lato. 
Un corpo vuoto è poggiato all'armadio.
Carcasse di anime in pena.
Il mio naso gocciola stoviglie rotte da un cassetto, piange liquida materia frantumata. Briciole. Alberi nel mio petto si muovono, fioriscono, si spogliano al passaggio del vento. 
Socchiudo gli occhi e mi perdo in un canto, non vedo l'alba di nuovo.
Questo corpo non mi appartiene. Questo mondo si prende gioco di me. 
Ma sono così bello, guarda
ascoltami in un passo di danza
leggi questo canto di grazia
sentimi, sono qui.
Sono sempre stato qui,
qualcuno mi teneva nascosto nell'armadio,
ma potevi respirare il mio profumo,
ascoltare il mio canto.
Ciò che vedi è una mera illusione,
io esisto?

giovedì 5 aprile 2012

Felicità

Nessuna medicina è migliore del lavoro!
Sono felicissima come prima, più di prima!
Cattivi pensieri addio!

Progetti per il futuro prossimo.

Io e Fragile dobbiamo fare un sacco di lavoro, se la giornata sarà buona, cominceremo oggi. Lo so che questo non è il blog di Fragile...ma è un lavoro sulla città, poi qui inserisco i progetti embrionali, nell'altro spazio, i progetti finiti del Fragilot'.
Ci siamo fatti quattro pere tra Rousseau e Zolla e stamattina vogliamo lavorare! Siamo abbastanza drogati!
Il progetto si chiamerà Attraverso.
Trascino la mia anima noncurante d'essa. La trascino e non me ne curo.
Una carcassa senza pace strattonata dal proprio corpo, il contenitore...che cammina vuoto, trascinando con se il contenuto, indifferentemente...
Oggi forse cominciamo e siamo felici. :-)


Questa cosa orribile, che fa veramente impazzire: che se siete accanto a un altro, e gli guardate gli occhi [...] potete figurarvi come un mendico davanti ad una porta in cui non potrà mai entrare: chi vi entra, non sarete mai voi, col vostro mondo dentro, come lo vedete e lo toccate; ma uno ignoto a voi, come quell'altro nel suo mondo impenetrabile vi vede e vi tocca. (Pirandello - Enrico IV)


L'uomo è nato libero ma ovunque è in catene. - Rousseau

Jean Jaques Rousseau, un altro amico mio. Sono sempre criticata per il mio amore per Rousseau, soprattutto chi è più politicizzato, mi critica perchè pare fosse il precursore del nazionalismo...mi dicono tutti la stessa cosa ed io non rispondo...penso che loro lo abbiamo solo studiato a scuola, penso che non l'abbiano mai letto un suo libro.
Avete mai letto Le fantasticherie del passeggiatore solitario? E' un'opera incompiuta di Rousseau perchè scritta durante i suoi ultimi due anni di vita, ma non arrivò a terminarla.
Io mi rivedo nelle sue passeggiate bucoliche durante il suo esilio al castello di Ermenonville. Descrivendo il suo passeggiare lento, osservando le piante in solitudine, respirando lentamente non curandosi di niente e di nessuno. Ora sono lontane le umiliazioni subite a corte per i tuoi abiti grotteschi o i tuoi pensieri, così lontani da tutti. Come venivi frainteso. Ma forse, ciò che avresti desiderato più di ogni altra cosa al mondo, è essere compreso così, semplicemente, senza pensieri, senza parole.
Caro amico mio, vorrei essere li con te a Ermenonville. Ti abbraccerei forte senza dirti nulla, e me ne andrei con gli occhi colmi di gioia e lacrime.
Quelle che tu hai subito sono violenze. Quando racconti il tuo dolore, io mi sento come te. Un dolore mai provocato da me, ma sempre dall'incomprensione altrui. Ma poi mi ritiro, e torno a te, ai miei amici defunti, e mi ricordo, scrivo, lavoro, non sono più sola.
L'incomprensione è la peggiore delle violenze. Un'arma muta, silenziosa che ti affligge con cattiveria. Quando ne sveli il meccanismo, ti senti disperso.
Tutto in silenzio.

E come te amico mio, vorrei scomparire e dissolvermi.




mercoledì 4 aprile 2012

Qualcosa di serio.

Dopo avermi riempito di minchiate per giorni, sono piena e stufa allo stesso tempo. Mi sono sentita come all'asilo, grazie.
Adesso qualcosa di serio. Elémire Zolla, sempre tu amico mio, serio ed inespugnabile. Cito per esteso un pezzo dal libro "Uscite dal mondo". Io non sono la padrona della coscienza di nessuno e nemmeno lo voglio essere...chiunque abbia solo pensato questo, si è sbagliato. Cito per esteso:

(...)Liberazione è lo stato non suddiviso, ignaro di ogni scissione, nel quale sono assorbiti senza ombra di contrapposizione gli elementi e i fatti. La liberazione pervade e ispira una vita dialogante con la luce, ne forma l'essenza. 
Di questa essenza della vita parla con garbo un narratore turco d'oggi, Orhan Pamuk, nel romanzo Il castello bianco che racconta la storia d'un italiano fatto schiavo dai pirati e finito ad Istambul da uno scienziato turco. Sulla città si abbatte una pestilenza e i due, il padrone e lo schiavo, vivono confinati in casa a strettissimo contatto, esponendosi, scambiando le loro vite, finche cominciano a fondersi, a trapassare l'uno nell'altro. Alla fine restano due meri osservatori del reale, è svanita la loro personalità e nazionalità. Si scopre che tutto e finzione, turco e italiano sono qualità scambievoli, commutabili. La realtà è tempo rievocato, non si sa da chi, da un'essenza invisibile e imprendibile dell'uomo, sua matrice e suo destino.
Ma non vorrei dare una falsa impressione, spostare l'accento sul raro, sul ricercato. Un passatempo da nulla può accostare alla liberazione. Leggo in Lettere dall'India, d'una dama scozzese, Lady Wilson, che uscirono nel 1911, un'annotazione che potrebbe sembrare giocosa e dimessa su un ballo di funzionari britannici che tocca proprio il nostro tema:- "C'è qualcosa al mondo di più inebriante d'un ballo con un palco perfetto, una banda perfetta, un perfetto compagno e uno spirito intonato alla felicità? Non sai se sei dentro o fuori del corpo, ma soltanto che fai parte della musica sulle ali d'una canzone, accanto al segreto della vita, senza prima ne poi, esclusivamente nell'Adesso immediato."
Tornano con citazioni paoline, i concetti che già si sono incontrati, dell'integrità primordiale indivisa e d'una presenza che tutto pervade ed è nondimeno inafferrabile. Poco dopo lady Wilson si domanda che cosa sia l'io installato in ciascuno di noi, invisibile, imprendibile, come la cosa in se di Kant.
L'io è idolatrato o detestato, gli parliamo, ci dedichiamo a lui, e tuttavia resta un mistero in una terra misteriosa, benchè ogni conoscenza e vita si regga su di lui. A che cosa ci stiamo rivolgendo dietro le apparenze cortesi o passive o ostili che ci vengono incontro? E' come l'io di cui parlo Orham Pamuk, come l'io indiviso di Niceforo Vrettàkos, qualcosa che non dovremmo chiamare io, perchè è l'essere di per se stesso. Libero. Liberato in vita."-