martedì 23 aprile 2013

The journey of my soul in Palermo.

Sai cosa volevo dirti, mi hai chiesto di scriverti in queste settimane di silenzio, ed io non l'ho fatto.
Ieri sera mi sono ubriacata e di nuovo tutta la mia tristezza è emersa come una bolla d'aria dallo stomaco, e di nuovo la trasparenza mi affascina più di prima, l'invisibilità. Sapessi come sto lottando, il problema però è che temo di stare sprofondando nuovamente nella mia stessa menzogna, quella di un sorriso apparentemente caloroso, ma che racchiude in se il desiderio di mascherare ciò che nemmeno io voglio far uscire da me stessa. Da quando ti conosco la mia analisi personale e diventata oltremodo maniacale. Ho capito che più manifesto la mia felicità, più sono triste triste.
Mi sento un morto che cammina, adesso più che mai, ho paura di sconvolgere la vita degli altri con questi miei eccessi emozionali che esplodono addosso alla gente come bombe d'acqua. Adesso finalmente sono circondata da miei coetanei. Sta di fatto però che ho l'impressione di essere troppo, e so che questo mi svuota l'anima, e mi lascia un vuoto dentro che mi fa vedere le cose brutte, ed io non le voglio vedere. Allora, se davvero esiste una strategia per alleviare tutto questo, mi piacerebbe trovarla perchè ogni giorno che passa io sento sempre più il terreno che si sgretola sotto ai miei piedi, e prima o dopo cadrò di nuovo, perchè in fondo, io, non vedo l'ora che accada.

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