martedì 23 luglio 2013

Scorre il tempo

Me ne stavo qui, avvinta nella morsa palermitana*, e seduta sul suolo di un balcone, mi pareva che sotto di me scorresse un fiume colmo d'acqua profumata di menta selvatica.
Pensavo che finalmente potevo respirare. Ma non credevo molto ai miei occhi.
Ero pervasa da una tale meraviglia, così complessa, da far fatica davvero a tentar di raccontarla.
E sono rimasta li per un po' di tempo, con le braccia poggiate alla ringhiera del balcone,
a guardar giù lo scorrere dell'acqua. Quell'odore che esalava dai vapori, ed il suono.
Solo acqua e nient'altro.





* (termine da me utilizzato poc'anzi per la prima volta in una lettera indirizzata al mio amico Carmelo Montagno)




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