mercoledì 4 dicembre 2013

BOLOGNA

Geograficamente lontana da me quanto mai, non è il freddo, non sono quelle mura che chiudono a braccia conserte il cuore di chi, ignaro, beve e dimentica, sembra solo un ricovero per menti stanche, che altro non hanno se non la necessità di credere nella propria giovinezza.
Non v'è onestà in questo luogo con un piede a nord e l'altro a sud, ma col culo seduto a centro. Troppo piccolo per diventare invisibile, troppo grande per essere qualcuno. Uno spazio la cui memoria sembra essersi conservata solo nel mattone.
Eppure qualcosa m'ha lasciato. 
Reduce da un viaggio attraverso Berlino, Roma e poi Bologna, sono stata a in provincia di Cuneo tutto negli ultimi due mesi, o tre, non ricordo bene. Ma l'ultima volta che ho scritto qualcosa ero a Palermo, in uno stato confusionale di felicità. Sono trascorsi sette giorni di grande densità interiore. L'incontro a stretto contatto con un'amica, la più importante, dopo anni di silenzio, gli anni in cui non hai voglia di ascoltare i consigli di nessuno, dove sbagliare è più importante.
Ma ora che piano riprendo fiato da questa lunga apnea, ho voglia di giudicare con fermezza le cose che per me davvero sono importanti, adesso che, sento piano piano l'ossigeno entrare nel cervello lasciando respirare le immagini e le parole, ho forse la necessità di farlo, di dare ordine a ciò che mi è accaduto e che piano si sta risolvendo. Ho quasi paura a dirlo.
Il lavoro è più lungo ogni giorno di più, un passo avanti e due indietro, aprire ogni singolo poro di pelle a tutto, assorbire, tentando di restituire mediante un processo chimico naturale, ristabilire pertanto i ritmi biologici. La strada non la vedo all'orizzonte, ogni tanto ti scorgo li, seduto nell'angolo che ti guardi le unghie e pensi a come ferirmi, ma ogni giorno mi fai meno paura, anche se, il solo pensiero di dire questa cosa, mi spaventa. Quando sarò in grado di amare, non avrò timore di dire no, perchè non c'è nulla che sarò costretta a sopportare e la mia sincerità non verrà punita. E se davvero c'è qualcosa di importante che non ricordo, vorrà dire che è li che deve restare, che tornerà a galla quando sarò pronta, quando il dolore avrà lasciato il posto alla memoria, calcinata in un tumore freddo e bianco.
Bologna, vertigine a capofitto dentro me stessa, chissà quanto ne sei responsabile tu, con la tua storia e le tue lotte, io mi sto dando fare e non mi fermo, non lo voglio fare mai, nemmeno quando gli altri mi diranno che sono arrivata.




                               A Bologna.

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