martedì 3 novembre 2015

Mensilità

Sempre a parlare di mensilità,
novembre e suoi accessi di aspettative, ed i 5 chili persi in fretta e ripresi al terzo panettone artigianale, e non parlo di fette. Ho una fede dentro questo novembre che quasi mi converto a qualche religione paleocristiana, credo al futuro, alla famiglia e alla vita sopra la morte. Infaticabile soglia dove stagnano le pretese dentro cui decidi di immergerti. Leggo le minacce sopra i pacchetti di sigarette e ci credo, ho troppe cose da fare per morire di cancro, ma sono io? Ed eccessi di sensibilità, di attenzione, eccessi di desiderio e fretta eccessiva. Per una volta vedo dove sto andando, e non saranno insicurezze altrui a distrarmi da ciò che devo fare, e trascinerò con me tutto il necessario, con l'ausilio del giusto mezzo, una pala gommata volvo non perdona nessuno. E non ho neanche la minima intenzione di assumere quell'atteggiamento menefreghista del "chi mi ama mi segua", asseconderò chi mi ama affinché possa seguirmi, e ce la metterò tutta. E' vero, la vita va ascoltata, il dolore va indossato come un vestito ardente, lo diceva Alda Merini e le sue parole mi lupeggiano dentro le carni, che i poeti solo loro le sanno fare queste magie, che ti fanno entrare gli animali dentro le cose tue, e poi te li vedi camminare in un interno che è fatto solo di come te lo immagini tu, e non sono paesaggi. Non lo so se è merito degli influssi astrali, la solitudine mi riempie la vita di cose bellissime, a volte mi spaventa come tutto si rimetta a posto quando sto per i fatti miei, ed ho bisogno di veramente troppo poco per stare bene, che starei così immobile su questo gradino a vita.
Se solo non mi mancassi.




Nessun commento:

Posta un commento