venerdì 9 dicembre 2011

Andrea Zittel - modelli interiori d'abitare.

Una riflessione sull'edilizia abusiva l'abbiamo fatta tutti di questi tempi, anzi, è molto facile che noi stessi in quest'istante siamo seduti all'interno di mura abusive e magari neppure lo sappiamo.
Una volta costruirsi la casa, conquistare il territorio su cui si sarebbe dovuta posare, era una ragione di vita, che si è poi trasformata nell'acquisto di un immobile, che rappresenta tutt'oggi la dirittura d'arrivo di un normale individuo. Oggi non v'è più terra da conquistare, v'è solo un territorio sfruttato e saturo di cemento. 
E la casa sull'albero? Chi non ha avuto la fortuna di costruirsene una, ancora la sogna, come quando, da piccoli, ci si voleva a tutti costi rifugiare nella tenda montata in giardino, o per chi il giardino non lo aveva, ritagliarsi un rifugio sotto il tavolo, con tendaggi vari e la torcia elettrica, facendo finta che nessuno lo sapesse. Per non parlare dell'armadio. Istintivamente da bambini, tutti cercano di costruirsi un rifugio a misura propria, come involucro in cui proteggersi dalle insidie del mondo, involucri spesso minimalisti e semplici, fatti di coperte e luce. L'istinto infantile designa da sempre modelli interiori d'abitarsi, ogni individuo lo fa, e conserva quel desiderio fino alla morte e, anche se farà di questo desiderio un modello di vita, l'insaziabile voglia di evasione dal quotidiano lo accompagnerà fino alla fine della propria esistenza, quando finalmente avrà raggiunto la sua ultima scatola. Non a caso ci facciamo inscatolare dopo la morte. 
L'abusivismo edilizio si fa strada senza tenere conto della propria interiorità, ognuno di noi dovrebbe farsi architetto di se stesso e sulle proprie esigenze interiori progettare il proprio modello abitativo. 
Andrea Zittel  è un'artista statunitense che ha costruito e costruisce modelli di interiorità abitative a sua misura, dando corpo alle proprie riflessioni artistiche in relazione alla vita di tutti giorni. Viene definita Relational artist perchè mette in relazione le proprie esigenze di vita con l'arte, reinventando la propria dimensione abitativa a cominciare dagli oggetti del quotidiano, per proseguire poi con vere e proprie abitazioni, case-capsule che racchiudono in soli due metri quadrati tutto ciò di cui ha bisogno. 
Io però vorrei estremizzare anche la visione della Zittel che comunque non si fa mancare nulla all'interno delle sue capsule, la mia riflessione vuole andare oltre le necessità umane. Al limite dell'estremizzazione della propria identità esistenziale. Decidere di non omologarsi inscatolandosi in una qualunque abitazione cittadina, costruendosi la propria abitazione, non è certo possibile a tutti, ma chiudere gli occhi e bastare a se stessi è l'atto più difficile da compiere, ma che rappresenta il pieno raggiungimento delle proprie facoltà mentali, e permetterebbe ad ognuno di noi di abitarsi senza avere necessità di nulla, solo di un tetto sopra la testa, e quello lo possiamo fare tutti.






Di immagini delle opere della Zittel ce ne sono moltissime nel web...

Nessun commento:

Posta un commento