giovedì 18 settembre 2014

Sweet potato

Sono le sei del pomeriggio e smangiucchio con le mani una patata lessa americana,  di quelle arancioni, bevendo caffè dalla french press, uno stile di vita anglosassone in quel di Vasto. L'apice sarebbe stato trovare i bastoncini di pesce.
Tutto questo succede dentro un garage in un quartiere periferico, anche se non è facile definire quanto distante sia la periferia dal resto della città, tutto sembra vicino e lontano qui, come bastasse sapere dove andare.
Tra una sola settimana sarà trascorso un mese da quando vivo in questo posto, un garage in via dei Ciclamini, due vani più servizi, una dirimpettaia strana, classico dei classici, con cui condivido la caldaia, questo significa che, se sto facendo la doccia e per caso a lei serve l'acqua calda me lo fa sapere con un elegantissimo urlo.
Ogni mattina mi alzo alle 4,45, mi servono quarantacinque minuti per attivare metabolismo e cervello, ma non sempre ci riesco.
Sono una stagista nel reparto "torte moderne" in una delle migliori pasticcerie italiane, così pare, così dicono. Tutti sono più bravi di me, più svegli, più intelligenti e più reattivi. In linea di massima la mia presenza serve per lo più per far scaricare le frustrazioni della brigata ed allentare la tensione: un po' come il personaggio di Daniel Pennac che come lavoro fa il caprio espiatorio in un grande centro commerciale. Sono che lui viene pagato.
Nell'angolo che si interseca con la via principale fuori casa mia, c'è una clinica veterinaria, così che ogni giorno trovo diverse specie di animaletti che si lamentano, giocano e si cacano addosso, proprio fuori dalla mia porta. La mia grottesca vita altalena tra il desiderio di morire avvinta dentro le fruste di una mix 60 e la voglia di dimostrare al mondo che sono capace di gestire magistralmente tutta la situazione, se solo la smettessero di vestirmi di insulti celati in consigli su come migliorare le mie qualità intellettive. Il mio turno comincia alle 6 e finisce quando il lavoro è finito. Mangio quando posso, dormo quando fa buio,
Stamattina, sempre scuro fuori, ho trovato impalcature di tubi non colpevoli del fatto, proprio fuori dal mitico garage. Ho sobbalzato. Quando sono tornata al pomeriggio un delirio di trapani e chiassosità da muratori fino ad ora che sono le sei e quaranta ormai.
La patata è finita e avrei bisogno di una doccia ma mi concentro sui lamenti del cane qui affianco e comincio a piangere.
Chissà quale parte del corpo gli staranno estraendo.






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