lunedì 8 settembre 2014

Prima di essere amato

Le note di un clarinetto si scioglievano nel traffico, camminavo rapido solo per una personale frenesia, ma non dovevo andare da nessuna parte. Nessuno ad aspettarmi, non un appuntamento ne un lavoro, mi davo un tono per far credere fossi impegnato. Chissà perchè pensiamo sempre che gli altri abbiano a che dire su cosa facciamo, dove andiamo, su come conduciamo la nostra vita, ma in fondo è una pratica che compie solo chi non ha nulla da fare. Categoria che subisce a sua volta tale angoscia. Facevo parte di quella fetta di popolazione che non aveva interessi, ne nulla da fare, e camminavo nel traffico cittadino per sentirmene parte, per sentirmi parte del mondo.
Eppure avrei voluto tanto essere impegnato anche io, avere una famiglia, dei figli e un lavoro tranquillo, questo avrei voluto. Qualcuno a cui volere bene che mi volesse bene. 
Di tanto in tanto andavo da mia sorella, poco più piccola di me, anche lei senza marito, ma quantomeno piena di quelli che apparentemente potevano sembrare suoi amici. Un lavoro, due gatti e un cane enorme, giallo biondo. Tutte le volte insisteva affinché mi trasferissi a vivere da lei:-"c'è tantissimo spazio"- diceva, invece c'era un delirio insopportabile ed una puzza di animali che detestavo. Cercavo sempre in incontrarmi nel bar sotto casa sua per evitare la nausea.
Ciò che potevo fare era camminare tutto il giorno, e prediligevo sempre lo stesso percorso. Uscivo di casa giù per il grande Viale della Regina, poi superato il palazzo del prefetto giravo a sinistra, in lontananza vedevo gli alberi e mi veniva sempre l'istinto di andare di là.
Poi sentivo le note del clarinetto. Passavo sempre a scambiare due chiacchiere con il musicista ormai diventato amico mio, avevo invidia anche di lui che, almeno era capace di suonare.
Verso l'ora di pranzo mi sedevo da qualche parte, ma non mangiavo nulla, non mi piaceva mangiare per strada. Quand'era inverno uscivo direttamente quando faceva buio, la luce invernale mi metteva tristezza, e la notte c'erano tutta una serie di posticini squallidi che amavo frequentare in solitudine o magari, in compagnia di un goccetto.
Ero un uomo così prima di essere amato, non mi amavo molto. Cercavo di farmi piacere gli altri ma non mi piacevo e per questo era difficile.
Non mi arrabbiavo mai.
Prima di essere amato credevo non valesse la pena fare nulla, solo camminare nel tentavo di lasciarsi vivere. 

Poi un giorno ho pensato che gli uomini sono belli solo quando parlano d'amore.

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