mercoledì 23 maggio 2012

Colle San Marco, diario di una residenza.


Il lavoro procede discretamente,  gli abiti non saranno sufficienti ed oggi andremo alla ricerca di nuovi … non so ancora come e dove, ma la cosa certa è che finirò questo lavoro, come ogni lavoro che faccio.                                                                                                               Ogni mattina vedo una coppia di unicorni a cui offro sempre qualcosa di buono, albicocche secche, torsoli di mele … mandorle … quando sono in casa però, non si lasciano avvicinare, ed io non li disturbo, li guardo incantata da lontano, e loro anche mi guardano, e sento di amarli profondamente.                                                                                         E’ un posto mal frequentato quello dove lavoro, si fermano i tossici per farsi, ed oggi, mentre assestavo il terreno col piccone, ho trovato una siringa. Non ne vedevo da quando giocavo alla villa Dante da piccola. Il primo giorno si è fermata una panda bianca, una donna ha fatto la pipì da dietro lo sportello, ed un tipo, credevo stesse preparandosi per avere un rapporto con lei, invece, dopo averli cacciati, ho visto che aveva fatto la cacca la dietro … che puzza cavolo …                                                                                                                                          Ma il lavoro procede, non mi lascio influenzare da queste cose, le osservo con distacco scientifico. Gli altri ragazzi sono uno più bravo dell’ altro, la stessa cosa vale per gli organizzatori, i curatori e chi ci segue in generale. Sto bene insomma, in un bel clima armonioso, e sono totalmente immersa nel mio pensiero artistico, che mi da tanto, e che sto alimentando con questo lavoro che mi mette ancora una volta alla prova e che mi svela ciò che sostengo nelle mie ricerche. Questo mi fa stare bene.                                                                                  Ho preso anche dei regalini per le persone che amo, anche questo mi fa stare bene. Il pensiero che quando torno ho qualcosa per loro, qualcosa che ho preso perché in quel momento stavo pensando di loro ed ho fermato quell’istante con un pensiero, come per dirgli che…a me basta sapere che ci sono, che non mi serve altro.                                                                                                                                                                                                                                                    Lavoro, doccia, pranzo, lavoro, doccia, cena. Letto. Si mangia molto, ci viziano. Ti siedi che hai una gran fame e loro ti hanno preparato sempre tante cose buonissime e poi finisci per mangiare tutto e fare il bis di ogni cosa, di fatti il lavoro migliore lo fai al mattino, prima di pranzo. Dopo il pranzo tutto rallenta.                                                                                     Vorrei che la mia vita trascorresse sempre così, senza pensieri, senza troppa ansia e con il piacere di condividere ciò che ami con persone semplici e d’animo sincero. Intelligenti nello scherzo, che è importante, e simpatici. Si, mi piacerebbe circondarmi sempre di gente  simpatica, anche se magari non ha proprio nulla da ridere perché svolge un lavoro nel sociale e ne vede di tutti i colori, o magari portano dentro una grande sofferenza, ma non dicono nulla … che siano così sopraffini da farne sentire solo l’odore di ciò che sono dentro, ma da trasformare ogni momento possibile in una risata.
Queste sono persone.

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