mercoledì 16 gennaio 2013

Gastroscopia

Il televisore sempre acceso, finestre chiuse e luci artificiali gialle. Film americano uno dietro l'altro.
Musiche aggiaccianti.
Dentro l'immagine fissa di un quadro mi perdo, mi assorbe. E' un dipinto fatto da me, reliquia scolastica esposta da mia madre a mo' di trofeo insieme a tutte le altre cose che ho fatto. La stufa alogena accesa per il cane, ma lui non c'è.
Puoi avere quattordicimila euro con una rata mensile da duecentoventidue euro, una pubblicità dietro l'altra a nastro di soldi che parlano.
Qualunque cosa faccia col tuo televisore, il canone, è un imposta obbligatoria legata al suo possesso. L'unico canone che conosco si chiama Ettore vive a Faenza con la signoria Raggi. E poi finalmente Alberto Sordi, come se già non bastasse la mia di tristezza.
C'è un cappello con una foglia in testa, un passero blu. Ma questo è un altro, non sei tu. Mi guarda con sufficienza e si volta. Io ho il vomito e mi giro. Gli vomito addosso. ma penso solo di farlo, non posso perchè non è realmente qui, posso vomitare nella mia testa, ma è già piena di schifo, ci vorrà tempo.

Aprire gli occhi sott'acqua mentre tutto fa finta di tacere con la pressione. Attutito. Un attimo e non senti più nulla davvero, solo il ritmo della terra che sta per assorbirti, e la gioia del tuo cuore che non smette di correre.




Nessun commento:

Posta un commento