mercoledì 23 gennaio 2013

Io, Laura e i Pretenders

Io, Laura e i Pretenders, in uno squallido locale di provincia con velleità rock. In realtà una scatola fotti giovani per le differenti proposte musicali live settimanali. In verità ci vengo perchè ci lavora un mio amico, Ermenegildo. Ludmilla, la sua ragazza, mi piace molto, uno dei pochi esempi di essere vivente di genere femminile dalla rara intelligenza e simpatia. Perchè credo che i più alti livelli di intelligenza si dimostrino nelle piccole cose, con persone che non conosci. Anche Laura lavora li, all'opposto di Ludmilla, rappresenta tutto ciò che più disapprovo del mondo femmina. Un fare finto cordiale, finto intellettuale, finto fashion, una donna crede di potersi nascondere dietro la sua aria a metà tra business girl e Ameliè. E poi, quando ne ha la possibilità, cerca di fotterti col resto dei soldi. Io me ne accorgo, ma non dico nulla, perchè ad Ermenegildo invece voglio molto bene e mi fa piacere se quell'euro in parte finisce nelle sue tasche, senza contare i litri di alcol offerti da lui negli anni.
Insomma sono qui, da poco le dieci passate, io, Laura e i Pretenders.
A farmi compagnia una pessima birra da Laura consigliatami, 4 euro la piccola...
Relegata in un angolo ricordo di avere questo piccolo blocco trovato a New York passeggiando con Frederich, credo sia di carta fatta a mano. Comunque indispensabile in momenti come questo. Comincia a piacermi. Non la birra, quella è pessima davvero, parlo piuttosto della mia decisione di venire qui da sola, con l'intento unico di bere qualcosa.
Se solo riuscisse a piacermi la mia bevanda, credo che potrei consumarmi qui dentro adesso.

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