giovedì 10 gennaio 2013

Il piano

Sono appena le dodici e quarantasei, ed una scintilla ha innescato il processo irreversibile verso il suicidio, quello quotidiano a cui tu mi sottoponi ogni santo giorno. La sensazione oggi è più forte devo dire. Una volta arrivata nel letto non sapevo cosa volevo far prima, se tagliarmi le vene o distruggere il contrabbasso. Tagliuzzare in tanti piccoli pezzi tutti quei vestiti inutili mentre il sangue scende lentamente e tutto si congela. Come si può essere così? Alzarsi la mattina per andare al santuario del tindari, inginocchiarsi cinque minuti e comprare la candela con l'effige della santa. Trascorrere poi il resto della giornata a sparare cazzate davanti al televisore, fumare multifilter rosse. Giustificarsi per qualunque cosa, forti del fatto che è la sfortuna a causare tale successione di cose.
L'unica cosa che voglio fare nella vita io è dimagrire.
Che tutte le mie idee originali se ne vadano a farsi benedire dalla madonna del tindari. La verità è questa, voglio solo morire di fame, ma non posso.
Sentire l'anima solo quando il sangue delle proprie ferite è salito in gola.

E quando tutto sarà finito, non venire a piangere.


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