lunedì 16 aprile 2012

Gabinetto.

La cosa positiva di un cesso che già puzza di suo
è che quando vai a fare i tuoi bisogni la tua puzza si confonde
non la senti.
Non sai mai se quello prima di te ha defecato, non lo capisci.
In uno spazio chiuso e puzzolente sei libero di esprimerti in maniera invisibile.
Il tuo profumo scompare, la tua puzza anche
scompari pure tu.
Confondersi così nelle debolezze altrui è un gioco
difficile ma liberatorio.
Se ci riesci, seppur per poco, puoi sentirti libero.
Come riuscire a stare in un bagno fetente.
Il tuo odore era diverso quando ti ho incontrato
è cambiato anche solo dopo un giorno
eri già differente.
Con esso eri cambiato anche tu.
Adesso ti ho identificato
preferivo quel miscuglio di cose indecifrabili,
muschio e treno, uno strano odore di fumo, non di sigarette.
E una cascata fresca, sentivo il rumore.
Grasso e feltro.
Alberi secolari e luoghi lontani.
Io non vedo con gli occhi.
Dietro le orbite ho un registratore a nastro
un freezer che congela gli attimi, quando li riconosce.
Anche tu vittima dei tuoi stessi abiti
la casa ti ha riportato ad essere uguale agli altri
placati gli istinti, la ragione ha preso cattedra
adesso.
Sei in trappola,
nessuno ti ha ci ha messo, lo hai deciso tu con le iconografie classiche delle cose.
La libertà la conquisti a casa tua, la tua prima prigione che ti costringe a tornare ad essere come sei sempre stato, come tutti ti conoscono...perdendo il lavoro fatto, la crescita interiore, i tuoi progressi.
Eri uscito dallo spazio e sei rientrato in un lampo.
Paura?

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