giovedì 5 aprile 2012

L'uomo è nato libero ma ovunque è in catene. - Rousseau

Jean Jaques Rousseau, un altro amico mio. Sono sempre criticata per il mio amore per Rousseau, soprattutto chi è più politicizzato, mi critica perchè pare fosse il precursore del nazionalismo...mi dicono tutti la stessa cosa ed io non rispondo...penso che loro lo abbiamo solo studiato a scuola, penso che non l'abbiano mai letto un suo libro.
Avete mai letto Le fantasticherie del passeggiatore solitario? E' un'opera incompiuta di Rousseau perchè scritta durante i suoi ultimi due anni di vita, ma non arrivò a terminarla.
Io mi rivedo nelle sue passeggiate bucoliche durante il suo esilio al castello di Ermenonville. Descrivendo il suo passeggiare lento, osservando le piante in solitudine, respirando lentamente non curandosi di niente e di nessuno. Ora sono lontane le umiliazioni subite a corte per i tuoi abiti grotteschi o i tuoi pensieri, così lontani da tutti. Come venivi frainteso. Ma forse, ciò che avresti desiderato più di ogni altra cosa al mondo, è essere compreso così, semplicemente, senza pensieri, senza parole.
Caro amico mio, vorrei essere li con te a Ermenonville. Ti abbraccerei forte senza dirti nulla, e me ne andrei con gli occhi colmi di gioia e lacrime.
Quelle che tu hai subito sono violenze. Quando racconti il tuo dolore, io mi sento come te. Un dolore mai provocato da me, ma sempre dall'incomprensione altrui. Ma poi mi ritiro, e torno a te, ai miei amici defunti, e mi ricordo, scrivo, lavoro, non sono più sola.
L'incomprensione è la peggiore delle violenze. Un'arma muta, silenziosa che ti affligge con cattiveria. Quando ne sveli il meccanismo, ti senti disperso.
Tutto in silenzio.

E come te amico mio, vorrei scomparire e dissolvermi.




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