venerdì 13 luglio 2012

Il lake

Dentro quella macchina da morto, potevi trovare di tutto. sotto i miei piedi milioni di anni accumulati in strati di qualunque cosa, utile e da buttare. Una rubrica telefonica bruciata per metà, bicchieri di vario genere, da quelli tipi polistirolo con cannuccia, al semplice trasparente in vetro. Vasetti di yogurt ancora pieni ma abbandonati, tele vuote e dimenticate anch'esse, abiti, fagioli secchi, libretti d'assegni, una zucca. La lampadina del tetto era caduta e pendeva dondolando mantenendosi, ancora non so come, da un unico filo di rame striminzito, così come i due altoparlanti nelle portiere che funzionavano comunque benissimo. Camminavamo ad un'andatura perfetta, ne piano ne forte, con una musica noiosa ma che in quel caso, ci poteva stare. Per i primi cinque minuti non ho fatto che pensare a tutto ciò che avrei preferito ascoltare in quel contesto. Nel senso che, non puoi sentire una femminuccia che imita Bjork gorgheggiando su melodie indiane, quando la tua macchina mortuaria riassume lo schifo della terra tra i campi del Missouri. Cinque minuti e quest'insulso contrasto comincia a divertirmi, anzi penso, è da fighetti trovare a tutti i costi la giusta musica per ogni occasione, che poi...quale musica migliore per un pattume del genere?
La linea gialla tratteggiata divide le due corsie a doppio senso di circolazione, Stiamo andando al lago Duthiny a fare il bagno. 
Non faccio che guardarmi allo specchietto, quei cazzo di capelli che non sopporto, la mia insulsa faccia da fumetto sempre incazzata. Mi sono spuntati non so quanti puntini sul décolleté...e quindi? E quindi niente, me li tengo, che devo fare? Visto che non mangio cioccolata da due mesi, mi soffoco di porcate per sfatare ogni mitologia sul brufolo e compagnia bella. Mangio i regali che avevo comprato per gli amici dato che arriverebbero in italia sotto forma di opera d'arte, un dipinto di Pollock per l'esattezza. Risparmierò questa figuraccia distruggendomi di goloserie come protesta verso il mio corpo che non rispetta i miei sacrifici ricoprendosi di insulsi puntini rossi!
E così ho fatto. Due pacchetti di cioccolatini da 300 grammi...sto malissimo. Se la mia teoria funziona, per la legge dei contrari, domani dovrei avere la pelle liscia come la seta. Comunque la metà si era già sciolta, ho dovuto aprire i pacchetti già confezionati destinati ai miei amici, ed ho scampato per miracolo la tragedia di trovare tutto quel ben di dio disciolto in una busta di pluriball ricoperta di carta gialla. Starò pur male, ma ne è valsa la pena.
Ma prima che tutto questo succedesse, stavamo andando al lago. 
Un'enorme piscina densa e torbida come la birra belga, ma verde però. Verde lago. Il paesaggio come apocalypse now, da rimanere immobili senza fare niente per venti minuti sentendo nella testa elicotteri e sferrazzamenti d'armi. L'ho fatto il bagno, ma avevo paura. 
C'è tutto qui, per questo mi sento strana.
Ho trascorso tutto il tempo a svuotare il cestino nel disco rigido del mio cervello. 
Buon segno.
Ho fumato un po, litigato con un ragno. Una bella sensazione. 
Mi stavo acquietando e non me ne accorgevo. 
Stavo bene.



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