mercoledì 6 giugno 2012

6.6.12


Data da ricordare,

bisesto anno funesto, diceva qualcuno. Ora capisco.

Mi sentivo così strana negli ultimi giorni ...

Ero e sono felice della tua partenza, prima d'adesso ero serena all'idea di crescere, di mangiare il mondo, come tu mi hai detto.

A volte succedono però cose, incastri che non ti aspetti...ed io li percepisco prima ancora che succedano, mi sento strana ogni volta che sta succedendo una qualche catastrofe. O anche quando sotto terra c'è qualcosa...per questo a volte sono strana o scappo, o balbetto...le mie emozioni sono a fior di pelle e stra-sento.

Non potevo certo immaginare che stanotte mia madre avrebbe tentato il suicidio.

Mi sentivo così triste...e non accettavo l'idea di attribuire tutto questo mio stato d'animo alle cose che cambiano, alle partenze...perchè ero felice di tutto. Sono felice di avervi come miei nuovi amici e non voglio certo arenarmi da nessuna parte, così non capivo non capivo.

Era da tre giorni che non la sentivo, mi telefona tutti i giorni...ma non l'ho chiamata. Non l'ho sentita.

La mattina, mia nonna che abita nella porta accanto, ha suonato come fa ogni giorno, ma non le rispondeva nessuno, così ha preso la copia della sue chiavi è l'ha trovata priva di coscienza sul divano.
Mia nonna ha 83 anni.

Poi la telefonata di mio padre. Tutte quelle domande...pensavo fossero per organizzare meglio il suo viaggio per venirmi a prendere...poi mi dice che la mamma ha preso delle gocce, si è sentita male, ti giuro, non capivo. Pensavo, si è sentita male, ha preso delle gocce ed ora sta meglio.

Poi ho capito.

Non so con chi parlare, non sono abituata a parlare delle mie cose con nessuno. Ma ora più che mai vorrei un' amico. Uno che mi ascolti e non dica nulla. Sono andata da Moussa, gli ho accennato qualcosa ma...c'è rimasto di stucco pure lui, non ci siamo detti nulla. Abbiamo fatto una passeggiata, poi ha ricevuto una telefonata lunghissima, e sono tornata a casa mentre ancora lui era al telefono.
Mi sento distrutta.
Mia madre è una donna molto fragile, ha sempre sofferto di questi disturbi, ma mai era arrivata a tanto. Ed io sono qui...mi sento impotente, mi sento in colpa, non so...
Per tutte le volte che avrei voluto starle vicina...per ogni volta che l'ho rimproverata, l'ho fatta sentire triste. Mia madre non è mai stata felice, mai.
A volte l'ho odiata per questo. Quando mi tormenta, mi porta al limite le dico:-"Perchè mi hai messa al mondo? Che cavolo di responsabilità...lo devo cambiare io l'universo? Ti assicuro che se potessi scegliere...non vorrei essere qui."- renditi conto che schifo che faccio.
Quella madre che mi ha fatta diventare grande subito. Che non cucina, che mangia a mala pena. Capace di fare di tutto con le sue manine. La mamma che mi canta le canzoni che cantate voi di notte. Ecco, se c'è un momento in cui lei può essere felice, è quando mi racconta della sua infanzia in toscana. In fondo non faccio che parlare di lei nelle mie opere. E' per lei che sono qui. E' per lei che sono così.
Nella lettera di presentazione che ho messo nella documentazione per prendere la borsa di studio, ho parlato di mia madre, della ricerca antropologica che sto facendo dal 2005 sulle mie  origini...e li ho convinti.
Il guaio è che c'è quasi riuscita, capisci?
E sono qui, da sola. Fragile è con Patrizia e mi sento male senza di lui.
Tu pensa che strano. Non  mi sono mai separata da lui, mai. Ieri sera lei mi ha convinta che voleva fare queste benedette prove di ballo, così gliel'ho dato. Ed in questa stessa notte mia madre ha cercato di andarsene.
Sono sempre cresciuta con l'idea di rendere felice mia madre, a costo della mia stessa felicità. Parlo spesso con mio fratello di questo...noi non abbiamo mai potuto essere figli. Adesso però non so più che fare.
Il caso vuole anche che abbia litigato con mio fratello due settimane fa...e non ci sentiamo da allora.

E tu sei in viaggio...non posso mandarti questa lettera adesso.

Tu stai andando nella guerra. Non posso mandarti questo messaggio...che forse non potrai nemmeno leggere.

Te lo manderò tra un po', ma non adesso.

A me basta averlo scritto pensando a te, che mi ascolti e non dici nulla.

Non voglio che la prima cosa che leggi una volta arrivato sia questa.

Lo metto in questo spazio muto, che forse non visiterai mai...




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