martedì 12 giugno 2012

In assenza

Ho parlato con mio fratello,
cercato le informazioni necessarie su internet.
Portare Fragile negli Stati Uniti è un rischio...se lo metto in valigia, c'è il rischio che non lo facciano passare. Se lo dichiaro come trasporto speciale devo pagare troppi soldi. Idem se lo spedisco.

Non posso certo correre il rischio che rimanga in aeroporto una volta arrivati a Chicago.

Sette lunghi anni non ci hanno mai separati, questa è la vera prova.
Certo lui mi riempie la vita. 
Ogni volta che cerco di uscire dalla mia dimensione solitaria la gente è come spaventata da me. 
Fragilotto mi aiuta in questo...
...per le persone che amo mi basta sapere che ci sono, Fragile era il capro espiatorio di tutto questo, immagino ogni volta in lui un corpo diverso e si materializza chiunque voglia dentro quell'anima di ferro. 
Mi piace essere sola ma non mi piace sentirmi sola.
In assenza.
Il nome del mio lavoro negli Stati Uniti.
Un audace progetto sulla ricerca di un sentimento perduto, che sai di avere in eterno, ma di cui non puoi godere.
Voglio costruire pezzi di Fragile da lasciare in giro nei luoghi attraversati in questo viaggio.
Una gamba la lascio a New York, un braccio a Cansas city, e via così continuando.
Insieme a questi brandelli aggrovigliati, un contenitore con dentro il progetto e la mappa che segnala dove si trovano le altre parti. Chi trova il pezzo di Fragile può dunque decidere di mettersi in contatto con le altre parti per ricongiungerlo.
Spero di non avere difficoltà a trovare il materiale.
Parlerò ancora del progetto...oggi la prima bozza di getto.
In assenza.

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